Questa raccolta, a differenza di altre cose che ho scritto, non è nata in un unico periodo, ma ha avuto fasi alterne. Origine di tutto è ovviamente la mia passione per la cucina e per la scrittura.
Mi sono ritrovata a scrivere, nel corso degli anni, noir che riguardavano la gastronomia, ma erano episodi singoli, non costruttivi. Una decina di racconti che non avevano uno schema in comune.
Un giorno, rileggendo la prima novella che avevo scritto, si è accesa la classica lampadina di Eta Beta, per chi ricorda ancora questo buffo e grande personaggio della Banda Disney.
Il racconto, di poco più di una cartella, narrava di una gara finale di cuochi, in presa diretta televisiva, in cui il concorrente serviva un risotto mantecato ai funghi, da lui raccolti.
Nelle poche inquadrature televisive assistevamo alla “Morte in diretta” (così si chiamava il racconto) dell’intero gruppo di cuochi. La storia non reggeva per vari motivi, il racconto non esiste più, ma è servito a darmi lo spunto del collante per tenere in piedi una storia che ne contenesse altre.
Nasce così l’idea del concorso per scrittori in erba che devono presentare un racconto noir con agganci gastronomici. I selezionati avranno i loro racconti interpretati da Top Chef che li realizzeranno in serate seguite in diretta dalla televisione. E’ quasi un reality per l’intreccio che si crea fra le aspirazioni degli scrittori e le gelosie, le invidie nel mondo degli Chef stellati.
Ovviamente non tutto andrà liscio e forse ci scapperà anche il morto, ma se permettete questo lo lascio alla lettura del libro.
Ho dovuto, a questo punto, per la struttura del concorso che avevo creato, eliminare alcune storie e scriverne di nuove. In comune hanno tutte il cibo.
Nella società moderna, in cui il cibo non è più sostentamento, ma regge industrie e detta mode, questo elemento ha perso il suo scopo primario: il nutrimento.
Nel medioevo, in cui la miseria era la compagna inseparabile della popolazione, la gola era considerata un peccato capitale e nel libro è visto da diverse angolazioni: ingordigia, fame, privazione, strumento, invidia. Un peccato ne provoca altri in una catena difficile da arrestare.
Casualmente (ma esiste veramente il caso?) subito dopo aver terminato il manoscritto, lessi di un concorso in cui le opere partecipanti dovevano riguardare il cibo: il Premio Prunola di Castelfranco Veneto.
La Cucina del Delitto ebbe la menzione d’onore e come premio la pubblicazione da parte di Panda Editore, ed ecco a voi servito il menù con le ricette originali alla fine del romanzo.
La spiritosa copertina è di Patrizia Andriollo, che ha saputo interpretare l’immagine che si era creata nella mia mente.

Nel racconto “Amor di Mamma” a pagina 34 del libro è citata la mia ricetta della marmellata di prugne. Una marmellata buonissima che vi consiglio. Certo, può anche avere effetti particolari. La ricetta è a pagina 231. Basta provare!


Mettere un’atmosfera un pò tenebrosa, un pizzico di suspense, aggiungere erbe colte al chiaro di luna, gocce di seduzione, sfumare con qualche goccia di sangue e cuocere…a forno aperto.

I cuochi per le mie ricette:













Una gita a Castelfranco Veneto per vedere la mostra allestita nella Torre con le opere vincitrici delle passate edizioni del Premio Prunola indetto da Panda Edizioni, fra cui La Cucina del Delitto. Una piacevole mattina con l’editore Andrea Tralli:




Immagini dalle presentazioni del libro:






