Tarocchi in cucina

Tarocchi in Cucina? Cucina…certo, dopo La Cucina del Delitto la naturale prosecuzione era coinvolgere il mondo dei Tarocchi puntando soprattutto sugli Arcani Maggiori che sono degli archetipi e si prestano a rappresentare le diverse situazioni e tipologie.

Tarocchi perché, com’è facile capire guardando le altre cose che ho realizzato, sono materia di studio, passione. Archetipi come l’arcano n. XII La Morte che affianca il ricco e potente al misero impiegato come nella “A Livella” del De Curtis in arte Totò. Cosa affiancare a questo arcano che celebra un rito di passaggio se non le fave, sin dai greci cibo per i defunti?

 O come l’Arcano n. VII Il Carro che indica non solo un viaggio materiale, in questo caso il treno, ma anche una svolta che scuote e ravviva la nostra vita. Ci accompagneranno, in questo caso, dei biscotti da viaggio presi da un’antica quanto squisita ricetta siciliana di Modica.

L’impianto del libro è questo, a ogni Arcano corrisponde un racconto che lo situa nel suo carattere con accanto la ricetta più adatta. Leggendo queste pagine potremo identificarci con i personaggi dei Tarocchi perché, se ci pensiamo bene, sotto la maschera che portiamo ogni giorno c’è il nostro “se” nella sua eterna lotta con “l’io”. La nostra coscienza che cerca di liberarsi dalle strettoie.

Gustiamo quindi uno dei piatti che proposti perché mangiare non è solo necessità e fame, ma cultura, storia e tradizione.

Le ricette sono come si suol dire “farina del mio sacco” tranne quelle che si riallacciano a pietanze storiche o internazionali.

La copertina è del bravo Franco Rivolli.

Di seguito la poesia che precede il libro.

GASTRONOMIA AMOROSA                                                      

L’amore come una tavola 
apparecchiata a festa.
Il primo bacio, un antipasto di delizie.
Una promessa di futuri godimenti,
sottesi fra sguardi languidi.
Poi il primo piatto, 
un rapporto rubato nella stanza
accanto al salotto ciarliero.
Ciocche scomposte, gonna lisciata 
con il sudore che imperla ancora la fronte.
E la voglia di assaggiare ancora,
quegli umori, quei sapori sapidi.
Poi il trionfo del dolce,
l’architettura barocca degli incontri,
con le sottili crepe del disfacimento.
Le scuse, i sotterfugi. 
Lo squallore delle stanze ad ore
che lascia l’amaro in bocca,
un vuoto nello stomaco.
Una storia già vissuta, finita,
come un ospite che non vede 
l’ora di abbandonare il desco. 


Recensione di “Tarocchi in cucina” da parte di “Un Panda sulla Luna”

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