Chi erano i Celti? Un insieme di popoli, il cui nucleo abitava la Selva Hercynia nel V secolo a.C. e che da lì si era diramato verso la parte occidentale dell’Europa, erano popoli nomadi finché non trovarono, ognuno, la loro terra.
Guerrieri forti, impavidi, ma non disciplinati, si basavano più sul loro furore guerriero che su una vera tattica militare e fu questo il punto debole che li fece soccombere di fronte alle legioni romane. Non abbiamo documenti sulla loro cultura, avevano infatti un divieto (un geis) sulla scrittura, conosciamo le loro storie grazie a quei monaci amanuensi che nei conventi inglesi e irlandesi trascrissero le leggende trasmesse oralmente.
Sono storie di dei, di eroi e di fate. Sono arabeschi delle linee della Natura che s’intrecciano nei simboli come il Triskel, la Triquetra, la Spirale, l’Albero Celtico. Simboli che si riflettono nel loro modo di vivere quotidiano dove il giorno inizia al tramonto e la notte appartiene ai Thuatha, ai Sidhe che vivono nei tumuli; dove la morte precede la vita e questa non finisce perché si moltiplica in un ciclo infinito fino al Tir Na Nog, il paese dell’eterna giovinezza. Sono le storie della Natura in cui ogni elemento che la popola diviene particella essenziale del suo essere.
La copertina è dell’artista Barbara Picotti
TRA PASSATO E FUTURO
La quercia attende …
Aspetta da anni…
Un corvo si posa su un ramo,
becchetta quieto.
Non la Morrigan, solo un ricordo sbiadito,
non il clangore delle armi fra funghi radioattivi
… e Brigit è rinchiusa in convento.
Il vento sussurra fra le fronde,
vecchi fantasmi
si aggirano fra radici nodose.
Al tempo: altri alberi, altre querce,
un bosco.
I riti sacri, il vischio colto dal falcetto.
Ora più nulla.
Un raggio di luce sulla radura spoglia
ed il rombo delle auto sul nero asfalto.




