Benziliche II

Ho scovato nella libreria della vecchia, un librone rilegato in rosso che parla dei miei avi, mi sono messa a sfogliarlo ed ho trovato delle immagini che mi hanno incuriosito. Vi era, fra le tante storie quella di un mio avo Benziliche II che deve aver viaggiato tanto scoprendo animali e mondi fantastici. Se poi siano veri o solo immaginati come quelli del Barone di Munchausen sta a voi deciderlo.

Il ritratto era veramente bello ed ho chiesto al mio amico e fotografo Ricky Modena di fare un fotomontaggio con un mio ritratto e credo proprio che non sia venuto male. Ma andiamo a Benziliche.

“… Dopo che finalmente il mare si calmò, riuscimmo a fare la conta dei danni che la nave aveva subito con l’uragano. Erano veramente ingenti e decidemmo di cercare un posto dove attraccare per riparare le falle e fare scorta di viveri.

Tempo un’ora di navigazione il mozzo che stava sulla coffa segnalò “Terraaa!”.

Guardammo sulle carte nautiche, non era segnalata da nessuna parte. Era una piccola isoletta, ma decidemmo di sbarcare lo stesso. Buttammo giù l’ancora e due di noi scesero la scaletta, ma appena messo piede. La terra iniziò a tremare, le palme caddero giù e un enorme fiotto d’acqua scaturì dal monte che sovrastava l’isola. «Presto, tirate su l’ancora. Dobbiamo allontanarci» latrai con quanto fiato avevo in corpo. Non mi ero sbagliato, quella non era un’isola, ma un enorme pesce grande come quattro balene che infastidito dalla nostra presenza aveva deciso di inabissarsi con i due poveri cani sventurati che erano scesi. La nave fu sollevata da un’onda gigantesca, s’inclinò fino quasi a sfiorare il mare, ma tenne. E fu così che ci salvammo da quel terribile pesce che assomigliava tanto a quello di San Brandano.”

Seguiva l’incisione dello sbarco di San Brandano. Le avventure di Benziliche continuavano in altre pagine, ma io avevo senti il profumo di merluzzo che veniva dalla cucina, così ho deciso che il resto della storia ve la racconterò un’altra volta. Un Bau a tutti da Sheela.

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