Chiaro di luna

Sono uscita di casa cercando un po’ di fresco naturale al posto del condizionatore che hanno acceso e che mi fa venire un pizzicorino alla gola.

La sera è poco stellata e il faccione tondo della luna sembra sorridermi ammiccante. È tutto il giorno che parlano in televisione di quanto, cinquanta anni fa, il primo uomo mise piede sulla luna.

«Mi ricordo benissimo, io c’ero» ha esordito la vecchia.

L’ho guardata interrogativamente. Che significa “io c’ero”. È scesa anche lei sulla luna? Deve essere più vecchia di quanto pensassi. Vediamo se adesso, ho cinque anni, sono sui 38 anni umani, con cinquanta ne avrei… perdo il conto.

Poi che stranezza perché andare a disturbare la luna, che è così tranquilla, invece di fare qualcosa di utile per l’umanità, tutti quei soldi sprecati con i lanci!

«Brava, finalmente qualcuno che capisce!»

Mi guardo intorno e non vedo nessuno. Devo essermelo sognato, poi mi accorgo della pozza di luce iridescente in cui sono immersa e alzo il capo.

Eccola lì la Luna che mi guarda sorniona.

«Tu non dovresti essere così vicina alla Terra, potrebbero succedere dei disastri.» le dico.

«A parte il fatto che io vado dove mi pare, non credo che gli umani mi abbiano chiesto il permesso per scendere sul mio suolo.»

«Non so. Io non c’ero.»

«Ti posso assicurare che l’allunaggio mi ha fatto male. Quel missile con il suo fuoco, tutti gli scarti che poi hanno lasciato. Non hanno nemmeno fatto la differenziata, c’è tanta immondizia umana sul mio suolo. Una vera calamità!»

«Oh, mi dispiace! E adesso cosa fai, dove la metti?»

«Ho nascosto la loro paccottiglia nei crateri, così sono tornata linda e pulita per gli innamorati e per tutti quelli che sanno ancora sognare. Perché, nonostante tutto c’è ancora chi crede in me e che mi saluta ogni giorno quando prendo posto nel cielo come voi cagnetti.» Così dicendo la luna mi diede un piccolo buffetto ed io mi unii al coro dei cani che ululava alla luna.

Poi sotto il suo sguardo benevolo ripresi a sognare.

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