Cuore di Mamma

Come sapete Nausica è una mamma molto apprensiva e tiene sempre d’occhio i suoi cuccioletti, anche se adesso tanto cuccioletti non sono più.

Fu così che qualche giorno fa si accorse che, sul far del tramonto, Ulisse stava cercando di svignarsela. Che fare? si chiese Nausica preoccupata. 

Così mise a cuccia Minerva, che già cascava dal sonno, e si mise a seguire Ulisse che si era già intrufolato fra i cortei mascherati che imperversavano in città.

Si era giusto a Carnevale e la gente non vedeva l’ora di abbandonarsi a un po’ di allegria per esorcizzare le preoccupazioni quotidiane.

C’erano anche altri animali, mascherati anche loro, che seguivano i loro umani o che si divertivano fra di loro. Certo non era l’ambiente tranquillo cui madre e figlio erano abituati e a Nausica girava un po’ la testa per la confusione ed il fracasso.

Poi d’improvviso lo perse di vista. Riapparve un po’ più in là insieme a una barboncina mascherata in stile anni trenta che andava ululando a squarcia gola insieme ad altri tre bellimbusti vestiti da gangster. Svoltarono in una stradina poco illuminata. Nausica si mise quasi a correre, per quanto possibile. C’era un rumore sordo che andava aumentando mentre si avvicinava al vicolo. Temette il peggio.

Certamente non si aspettava di vedere un piccolo palco dove la banda si stava esibendo in un pezzo di musica strappa timpani. Ulisse era alla batteria, c’erano due chitarre, un sassofono e la barboncina ululava al microfono. C’era anche parecchio pubblico che applaudiva a quello strazio.

Nausica si chiese cosa fare. Si nascose in un angolo e quando vide che stavano riponendo gli strumenti, si avviò verso casa.

Il portone però era chiuso e non c’era modo di entrare. Per fortuna uno scatolone servì da rifugio per la notte. Più tardi arrivò anche Ulisse e fu così che accoccolandosi insieme riuscirono a difendersi dal freddo. L’indomani furono svegliati da un fracasso enorme: era il giorno del ritiro della carta e gli addetti stava ritirando tutto quello che c’era fuori delle case. Fecero appena in tempo a uscire quando il portone si aprì e loro due s’intrufolarono indisturbati in casa.

Nessuno si era accorto della loro assenza. Ulisse non le chiese cosa ci facesse nella scatola fuori di casa e lei non chiese dove avesse imparato a suonare. 

Non parlarono mai più dell’accaduto, ma Nausica si rese conto che suo figlio era cresciuto.

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