Sono stato accusato ingiustamente!
Beccato con un cinturino di orologio in bocca, non mi hanno lasciato il tempo di spiegare…
Tutto è iniziato quando Evy, la mia mamma, ha deciso di fare un po’ di pulizie e scartare una quantità di oggetti che si era accumulata nei cassetti.
Vecchi ricordi: foto, sassi, tappi di spumante, cianfrusaglie accumulate negli anni e ormai così stratificate da non ricordare più a quale evento si ricollegassero.
Evy ha fatto due mucchietti: uno da buttare e l’altro da conservare, quindi mi sono tuffato in quello da buttare.
C’erano tante cose belle e colorate e mi sono divertito a cercare di indovinarne l’origine, mentre Evy metteva a posto le altre cose.
Poi, mentre lei è andata nell’altra stanza, sono stato attratto da una scatola di metallo piena di ruote dentate, minuscoli perni e un piccolo omino interamente fatto di rotelline e ingranaggi.
Ammetto di essere un curiosone, chi non lo sarebbe stato! Un omino che mi arrivava appena sopra la mia zampa. Bello, anzi bellissimo, non potevo di certo farlo buttare.
Così ho preso l’intera scatola e l’ho portata nel mio ripostiglio segreto. Appena in tempo. Evy è ritornata, ha messo tutto in un sacchetto della spazzatura e l’ha portato via.
Così, per passare tempo, ho cercato di aggiustare l’omino. Aveva, come corpo, un orologio rettangolare cui erano attaccate le braccia e le gambe snodate e una testa di smalto dipinta con un’espressione così buffa da indurre al sorriso solo al guardarlo.
L’ho voltato.
Dietro nel corpo c’era uno sportellino, con un’unghia sono riuscita a farlo scattare.
Solo che una volta aperto mi sono subito accorto che qualcosa non andava.
Gli ingranaggi avevano bisogno di essere oliati e la cinghia che teneva le braccia
e le gambe era sul punto di rompersi, ne restava solo un filo.
Dovevo rimediare.
Così quando siamo andati in negozio ho preso, in prestito lo giuro, un cinturino per farne delle strisce con cui salvare il mio omino.
A questo punto sono stato scoperto. Il cinturino è tornato nell’espositore e il mio omino rimarrà nella mia preziosa scatola finché non troverò qualcosa con cui rimetterlo a posto.
Non tutte le azioni, anche se a fin di bene, vanno a buon fine.
Il tic e tac dell’omino mi risuona ancora nelle orecchie e ogni tanto riapro la scatola e lo rincuoro perché è un po’ triste, ma prima o poi riuscirò a farlo tornare in vita.
Un Bau a tutti e se avete una striscia di cuoio che non vi serve.