Questa storia me l’ha raccontata la mia amica Nausica ed io ve la riporto cercando di colmare qualche vuoto di memoria.
I nostri umani erano tutti affaccendati nei preparativi natalizi. Regnava un’atmosfera d’allegria quasi palpabile. Il vischio, i rami dell’abete, i fili argentati, sembrava di essere entrati in un mondo di giochi e facevo fatica a trattenere i miei due cuccioli. Si rotolavano, inseguivano le palle colorate man mano che erano appese all’albero: insomma un Luna Park casalingo. Non che mi dispiacesse, devo confessare che anch’io mi stavo divertendo, sempre cercando di tenere d’occhio Ulisse e Minerva.
Poi si sono spente le luci e “Oh, che meraviglia!” l’albero si è acceso con le sue mille luci che s’intercalavano a intermittenza.
Eravamo tutti fermi a guardarlo quanto Ulisse mi ha indicato Minerva.
La mia piccola emanava un fascio di luce dorata dalla bocca da cui pendolava un filo proveniente da una catena di luci dell’albero.
Devo aver emesso un guaito di terrore perché tutti si sono voltati a guardare.
Roberto, il mio padrone, ha preso subito Minerva per la collottola mollandole un colpo sulla schiena. Lei ha fatto un verso strano e la luce le è uscita dal musetto con gran sollievo di tutti. Qualcuno ha proposto di mettere anche Minerva sull’albero come ornamento natalizio, ho trattenuto il fiato per lo spavento che avevo preso, ma era uno scherzo. Così ho messo a nanna i due cuccioli. Due angioletti fino alla prossima marachella!

