Il labirinto ha rappresentato per millenni un luogo simbolo. Creta ne era la Patria ed Arianna la sua sacerdotessa, al centro il Minotauro, creatura bestiale, succube di un orrendo destino.
É stato veramente così o l’archeologo Arthur Evans, che lo ha scoperto nel 1900, ha forzato i risultati dei suoi scavi per dar vita a un sogno?
Il labirinto ha avuto un percorso secolare, perdendo nel tempo l’aurea del Mito per trasformarsi in giardino di intrattenimenti per il diletto di regnanti ed amanti o luogo di costrizione senza via d’uscita. Anche il concetto di labirinto è mutato: non solo percorsi ingannevoli e costrittivi, ma anche modo di dire e di fare. Ha influenzato pittori, artisti e scrittori. Labirinto è la spirale che ci sprofonda negli inferi, è il cordone ombelicale che lega il neonato alla madre, è il percorso iniziatico che ci porta “a riveder le stelle”. E dentro il labirinto potremo perderci o trovare la belva in agguato/il Minotauro o il guerriero Teseo o Cristo o uno specchio e quindi noi stessi.
Nel saggio analizzeremo i componenti del Mito, la trasformazione del labirinto nei secoli, le forme di pensiero e di parola ad esso ispirate.
Per rendere più agevole la comprensione del mito ho aggiunto quattro miei racconti che dispiegano con diverse angolazioni il significato del labirinto.
La copertina è stata realizzata da Giulio De Vita.
